E clamorosamente,
aggiungerei io. Per spiegare quello che è successo pochi giorni fa a un operaio di Modena che si è visto così annullare l’unico nonché il solo rimedio
“scaccia crisi”. Ma partiamo con ordine. È una bella mattina di Maggio e Piero – nome fittizio, quello vero è Pier Piero – come tutte le
mattine di Maggio e non solo, è solito recarsi al solito barettino di turno. Caffè
doppio – volendo “corretto” - e via. Via che si ritenta con la fortuna, prima della solita “giornatina”
in fabbrica. Per dire che il biglietto
vincente è là, in mezzo agli altri biglietti. E pure la moneta è là, quando
uno dopo l’altro i numeri vincenti gli appaiono così: quasi per magia. Prima
uno e poi l’altro. Ma proprio quando credeva di avere finalmente vinto, è il Fato ad avere la meglio. Come si dice,
nemmeno il tempo di esultare o di farsi troppi castelli in aria che… “Boom!”,
fa il cuore di Piero, quando si accorge di avere smarrito per sempre quell’unica ragione di vita. Forse perché
troppo preso dal “mi compro questo” o dal “no, mi compro quest’altro”. E sono
ormai le cinque passate, e il biglietto nella tasca – ahimè - non c’è più. Biglietto
che forse nella tasca non c’è mai
stato, chi lo sa. Ma è lì che Piero fa l’unica cosa possibile: prende, e parte.
Direzione: solito barettino di turno ma… Nulla, zero. Come a dire, “del biglietto,
nemmeno l’ombra”. Fine. Ah,
dimenticavo. Se qualcuno di voi avesse trovato per sbaglio il tagliando
vincente di Piero, sarebbe così gentile da segnalarmelo qui sotto? Grazie. Ma ora
tocca lasciarvi, la Ferrari rossa fiammante e soprattutto il viaggio intorno al
mondo… questa volta non me li toglie nessuno. Nessuno proprio. Tratto da una
storia “vera”. O forse no? (ilNovellista)
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