E di gusto, poi. Per
spiegare quello che è successo in un piccolo paesino alle piccole porte di Napoli, dove un anziano contadino si è visto protagonista di un
fenomeno quanto mai insolito. Ma procediamo
con ordine. È il 1997, quando Peppino decide di sistemare vicino
all’ingresso di casa una piccola statua raffigurante la Santissima Vergine Maria. Come al solito vestita di tutto punto, e con
il solito soprabito celeste. Quindi diciamo la classica Madonna che bene o male noi tutti conosciamo. Insomma quella che
vorrebbe invitarci per un morbido – forse poco scontato – abbraccio corale. E questo fino a cinque pomeriggi fa. Quando troppo
stanco trova un minuto per passarle semplicemente a fianco, forse per ringraziarla. Anche per quella vita che la Santa Donna ha voluto tanto regalargli
a tutti i costi. Ma poi stranamente qualcosa va storto. Perché Lei, apparentemente
immobile e impassibile, gli pianta giù un sorriso
a 50 denti che… sembra quasi non avere
fine. Mentre Peppino rimane così, non so se più basito o più perplesso. “Ma
come?”, pensa. Quando decide che forse è meglio correre immediatamente in casa,
per chiamare a rapporto sia la moglie
sia la figlia più grande. Mentre l’Altra è ancora lì fuori che se la ride,
Beata come forse non lo è mai stata.
O come se qualcuno avesse raccontato una barzelletta a tratti incomprensibile. Sperando
solo che questa novella non finisca come tutte le altre, con i pellegrini che accorrono in massa o con
certi segugi bravi solo a fiutare
l’affare. Anche a 100 km di distanza. Ma per fortuna non è il nostro caso. Amen. Ah, dimenticavo. Se passate di
lì, dite pure a Peppino che vi mando io. Perché magari è capace di farvi pure un
pochino di sconto. Sì, sul biglietto d’ingresso. O forse no? (il Novellista)
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