Dal sole e dal deserto,
oltretutto. Per spiegare quello che sta succedendo in questo preciso istante a
un quarantacinquenne originario di Livorno, finito più volte tra le
pagine della Cronaca locale barra
mondiale – e, a quanto pare, presto nel Guinness
dei Primati – perché a conti fatti è
anche l’uomo più fortunato del mondo. Ma
procediamo con ordine. Come quando è riuscito a vincere ben 50 Milioni di Euro grattando un semplice biglietto
di cartone, per altro senza nemmeno averlo
comprato lui stesso. E dire che il premio
massimo era di “soli” 500 mila.
Sempre Euro. O come quando, facendo un banalissimo buco con il trapano all’interno
delle banalissime mura domestiche, oltre
la parete di casa cosa (ti) scopre? Un vecchissimo vaso contenente un migliaio o forse più di “didracmi” d’argento e bronzo, ossia un sacco pieno di monete romane coniate in Campania nel III secolo avanti Cristo.
Fino ad arrivare ai giorni nostri quando - accusato ingiustamente durante un
succulento viaggio all’estero di essere un mero trafficante di cime di rapa - viene
dichiarato al pari di un “nemico pubblico
dell’Africa settentrionale”. E in
due ore condotto nel centro del deserto. Con il meteo che probabilmente avrebbe fatto il suo fortunoso corso. Idem
per lui, che da prima sarà giudicato non colpevole,
poi rigorosamente graziato. Passando
infine per le vie di un maxi risarcimento
in denaro. Nel momento stesso in cui
le nuvole sembrano essere lì lì per esplodere. Mentre lui, sempre in attesa di
quelle proverbiali lacrime dal cielo, promuove un pallido pensiero tra le intercapedini stagionate.
Quasi fosse la più banale delle notizie scandalistiche: “L’uomo più fortunato
del mondo è incatenato per le mani e per i piedi in mezzo al deserto del Sahara.
Quand’ecco che iniziano a piovere”. Iniziano? Sì, delle rane. O forse no? (ilNovellista)
In
copertina: “Attenzione, cammelli in caduta libera!”
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