Forse una scritta che bene
male noi tutti vorremmo leggere, almeno una volta nella vita. Chi più, chi meno
da lontano. Ma quello che sta succedendo in un piccolo paesino alle porte di Brescia,
pur nella sua incredulità più totale, corrisponde solamente al vero. Ma procediamo con ordine. Per spiegare quello
che avviene in questa specie di supermercato
dove, forse per sconfiggere una volta per tutte la cosiddetta crisi, gli amministratori delegati hanno quindi deciso – vuoi per una strategia di mercato, vuoi come il più classico specchietto per le allodole
– di cominciare a vendere prodotti che sono “generalmente” buoni. Notare le virgolette. O meglio, dei prodotti
da consumare “preferibilmente”. Punto. Ma il punto è che una nuova normativa redatta dal Sindaco in persona dice esattamente
questo: “Un prodotto è vendibile ancora,
sì, basta che non puzzi”. Con il sottotitolo, messo bene in evidenza: “Quindi
chi ci vieta di vendere prodotti a basso prezzo,
che sono ancora teoricamente buoni?”. Ecco, appunto. Perché è questo che
succede, con spese che vanno prenotate addirittura intere settimane prima. Se
non mesi. Prima, per non rischiare di trovarsi il carrello palesemente vuoto. O scaduto, è uguale. Come lo slogan:
“Spendi meno, se spendi prima”. Prima che scada, ovviamente. Però intanto
nessuno si è ancora lamentato, quindi… Perché smettere? O magari qualcuno è morto e… nessuno lo sa. Per non dire
che nessuno lo ha ancora scoperto. Però intanto da domani partirà la raccolta a punti, legata in gran parte
al reparto surgelati. Dove ogni Euro speso darà diritto al classico Bollino. Ottenuto grazie all’acquisto
di certi prodotti specifici. Buoni, ok, seppur… diciamo stagionati, ecco. Ah,
dimenticavo. C’è pure lo slogan: “Dai,
vinci anche tu! I biglietti per la Finale
del Campionato del Mondo ti aspettano!”. Sì, quella di Spagna ’82. O forse no? (il Novellista)
In
copertina: acquirente che cerca disperatamente in tutti i modi di accaparrarsi
l’ultimo esemplare di “salmone caramellato”.
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