Dalla serie, “zero
radici: zero pensieri”. Per descrivere questa triste vicenda che ha per
protagonista questo giovane pensionato
di Milano, ritrovato dal portiere dello stabile in cui vive in
apparente stato di abbandono,
riverso più che mai sopra il pavimento
del bagno. Dove l’anziano – che per ovvi
motivi di privacy e di memoria sfilacciata chiameremo semplicemente “Effe” - viveva completamente solo e isolato dal mondo, in questo
piccolo appartamento situato alle porte del mastodontico capoluogo lombardo. Quando
dico che Effe è il classico individuo solitario, senza né moglie né figli a
carico. Frettoloso e soprattutto freddoloso più che mai. E fin dalla
nascita. Nascita avvenuta quasi 89 anni fa. Anno più, anno meno. Che
verrebbe quasi da dire “povero, il mio Effe”. Ore e ore a coprirsi prima mani e
poi piedi. Poi piedi e… ancora mani, senza sosta. Un incubo, credetemi. Anzi no, un domino. Un domino fatto di pensieri
quanto mai intricati, quelli suoi. Ma soprattutto caldi. Un esempio? L’Estate
su tutti. Senza dimenticare la cioccolata calda, il bagno. Il bagno
rigorosamente caldo, ovviamente. E poi ancora la spiaggia, il sole. E che dire
della minestra? Ecco, appunto. “E poi?” E poi niente, zero. Niente perché non è
servito a niente. Nulla. Perché quando tutto sembrava ormai perso e svanito
nella fresca calura di Maggio, ecco
la svolta. O per meglio dire, la risposta.
La risposta a tutte le sue mirabolanti domande: è il Sette di Maggio 2012 quando viene svegliato di prepotenza dal quel letargico sonno. Sono le 9 e 16 – minuto più, minuto meno – quando si accorgerà di non avere
più né mani né piedi. Né piedi, né mani. Come a dire, “zero radici:
zero pensieri”. Che fa più frettoloso. O era freddoloso? Boh, fa lo stesso. Comunque,
to be continued. O forse no? (il Novellista)
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