Parafrasando una nota canzone di un noto cantante milanese. Per spiegare quello che è successo in un piccolo
negozietto alle porte di Bologna, dove un piccolo omettino sulla cinquantina è solito
recarsi ogni due settimane
all’incirca, per il solito taglio di
capelli. E questo fino a pochi
giorni fa, quando qualcosa – come si dice in certi casi – è andato “leggermente”
storto. O meglio, perduto. Ma procediamo con ordine. Sono le 10 e 41, quando Giovanni – questo
il nome del cliente barra paziente – chiede a Tommaso, il barbiere di fiducia, di “farglieli un poco più sfumati sulla destra”.
Quindi una richiesta tutto sommato
fattibile. Ma Tommaso non sembra gradire poi molto, quasi volesse urlargli contro:
“Il barbiere sono io, e te li taglio come voglio io”. Punto. Ed è lì che, forse più scorticato del previsto, prende forbice e rasoio e… “Zap!”, quando
taglia di netto l’orecchio destro
del suo assistito. Con il poverino che, senza lobo e senza neanche diritto di replica, inizia a rantolare sul pavimento come un piccolo ossesso. Per
colpa di un dolore che, a dire il
vero, è assai poco. Tant’è che il “mutilato”
lì per lì non se ne accorge nemmeno. Per la serie, “dovevo pur costruire una scena plausibile in qualche modo”, o
no? Ecco, appunto. Per dire che se ne accorge sì, ma solo nell’attimo stesso in
cui Tommaso, forse un po’ troppo intimorito, gli fa: “Scusa, puoi reggere qui
un secondo?”, e l’altro, stupefatto, “ma cos’è?”. “Come cos’è? Non vedi che è
il tuo orecchio?”. “Ma come il mio orecchio? Caspita, hai ragione. Grazie”. Fino
all’immancabile conto: “Shampoo, doppio taglio… Sono 20 Euro tondi tondi”. Ah, dimenticavo. Più
la soprattassa per il punto “croce”
che ti ho fatto, quando ho dovuto ricucirtelo alla testa… Fanno 30,
contento? O forse no? (il Novellista)
In copertina: Tommaso’s, The Barber Shop. (In
realtà, fotografia di Eva Martins).
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